mercoledì 29 agosto 2012

Vincent

Certe storie ti rimangono dentro, ti graffiano l'anima come fossero una ferita, senza pero' farti male.
Ti rimangono dentro perché sono così belle da commuoverti.
La storia di Vincent Schiavelli (grande caratterista americano, il fantasma della metropolitana di Ghost, per intenderci) l'ho conosciuta leggendo un libro di Roberto Alajmo, L'arte di annacarsi, edito da Laterza.
Ad un certo punto della sua vita, Vincent decide di lasciare l'America per trasferirsi nella terra dei suoi avi, in un paese delle Madonie, Polizzi Generosa.
Qui ritrova se stesso e la sua vera passione: la cucina. Il paese, prima titubante, lo accoglie come un figlio e Vincent trova la sua dimensione, l'amore e forse anche la felicità.
Non è da tutti lasciare Hollywood per Polizzi.


Finisce male, purtroppo, questa storia. Uno stupido cancro si porta via Vincent a cinquantasette anni, proprio quando aveva appena raggiunto la sua dimensione di appagamento. Un uomo riuscito miracolosamente a tornare bambino e morto quando aveva appena cominciato a godersi l'infanzia ritrovata.
Citando Alajmo: "Sfortuna è scoprire la propria felicità quando è troppo tardi."
Ciao Vincent.



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